
- Regione: Sicilia (Italia)
- Vini principali Arcuria , Etna Rosso D.O.C., Arcuria - Etna Rosato DOC, Feudo di Mezzo - Etna Rosso DOC, Carricante - Etna Bianco DOC, Etna Rosso DOC
- Sede Passopisciaro (CT)
Calcagno

I vigneti dell'azienda agricola Calcagno si trovano In località Passopisciaro (Castiglione di Sicilia, Arcuria-Feudo di mezzo), tra il parco dell’Etna e il parco fluviale dell’Alcantara, su antiche colate laviche.
Questi vigneti sono stati impiantati nei primi anni del secolo scorso grazie al lavoro di uomini che, facendosi spazio nella durezza della natura sono riusciti a strappare al territorio lavico degli appezzamenti di terreno, che creano un contrasto di colori che va dal nero lavico al giallo-verde cangiante.
I vini prodotti sono Arcuria - Etna Rosso D.O.C., Arcuria - Etna Rosato DOC, Feudo di Mezzo - Etna Rosso DOC, Carricante - Etna Bianco DOC, Etna Rosso DOC. Ognuno con caratteristiche organolettiche differenti e ben precise.
Il loro pregio nasce da componenti fondamentali, quali la vigna, il vitigno e, soprattutto, la passione dell’uomo che, mediante il processo di vinificazione, riesce a trasformare l’uva in un grande vino,
La storia della cantina Calcagno inizia con i fratelli Franco e Gianni e Giusy, che con la passione e la dedizione per le vigne ereditate dal nonno, decidono nel 2006 di imbottigliare un vino che rappresenti l’essenza del loro territorio.
Gianni con meticolosità e l’esperienza acquisita dal papà e dal nonno cura i vigneti, Franco gestisce la parte economica dell’azienda e Giusy l’accoglienza in cantina per le degustazioni.
L'obiettivo della cantina Calcagno è quello di sperimentare in cantina, senza mai abbandonare la tradizione.
L’azienda agricola Calcagno ha sei ettari vitati (quattro di proprietà e due in affitto) e produce circa 30.000 bottiglie annue. I vigneti di proprietà si trovano nel territorio di Castiglione di Sicilia, nelle Contrade Arcuria e Feudo di Mezzo, dove sono stati prodotti i primi vini messi in commercio
L’enologo è Alessandro BiancolinI. I terreni che sono in affitto si trovano nel territorio di Milo, dove viene prodotto il Primazappa, l’Etna Bianco Superiore dell’azienda. Sempre dai vigneti di Milo si ottiene il Ginestra Etna Bianco.
Franco dei due fratelli, è quello più desideroso e curioso di voler sperimentare e provare nuovi prodotti. Sua è la volontà di voler vinificare in bianco il Nerello Mascalese, per ottenere il Bianco di Nerello.
VINI DELL'ETNA
La tradizione vitivinicola nella zona dell'Etna ha una storia millenaria. L’inizio dell’affascinante storia del vino dell’Etna ha radici lontanissime nel tempo, dalle dominazioni greca e romana fino ai giorni nostri.
La provincia di Catania, secondo le testimonianze, è la civiltà agricola più antica della Sicilia; addirittura, le prime comunità agricole risalirebbero al Neolitico.
In seguito fu la prima zona della Sicilia Orientale ad essere colonizzata dai Greci, nel 729 a.C.; questi portarono notevoli innovazioni nelle tecniche agricole e introdussero la viticoltura e il vino. Già dal V sec. a.C la zona etnea appariva fortemente vitata, durante la dominazione romana, la coltivazione vinicola fu in costante aumento.
Successivamente iniziò un periodo di decadenza, che si prolungò fino al tardo medioevo.
In seguito, nel ‘500 si tessevano le lodi dei vini prodotti nella zona dell’Etna e dal ‘700 si trovano annotazioni della straordinaria diffusione della viticoltura nel catanese.
Fu però durante il secolo successivo che la produzione e il prestigio del vino della zona dell'Etna continuarono a crescere, e conseguentemente anche il commercio: il porto di Riposto divenne il principale polo della vendita e dell’esportazione europea del vino etneo.
Nel corso dell’800 la produzione vitivinicola si espanse anche in senso territoriale, arrivando fino a tutta la zona ai piedi del vulcano; nacquero nuove cantine e palmenti, e anche vigneti di proprietà di piccole famiglie nobiliari si potenziarono e ampliarono. Alle fine del secolo, con i suoi oltre 90.000 ettari di vigneti, Catania era la provincia più vitata dell’intera isola.
L’invasione della fillossera all’inizio del 1900 che comportò la distruzione dell’80% dei vitigni europei, non risparmiò neanche la Sicilia e l’Etna.
Solo pochi vitigni sopravvissero all’invasione. La produzione diminuì drasticamente.
Nonostante l’utilizzo di portinnesti (base e radici di alcune varietà di specie provenienti dall’America, immuni alla fillossera, su cui si vengono innestate viti locali), non si riuscì a ripristinare la totalità dei terreni vitati.
Questo, unito alle frequenti eruzioni dell’Etna, portò a una significativa riduzione del terreno dedicato alla viticoltura, 40.000 ettari: poco meno della metà della fine del secolo.
Tuttavia, nonostante le difficoltà dettate sia dai fattori ambientali che storici, dalla seconda metà del’ 900 la viticoltura etnea ricominciò a crescere. Nel 1968 viene ufficialmente riconosciuta la DOC Etna, diventando di fatto la prima DOC della Sicilia e una delle più antiche in Italia.
A partire dalla fine degli anni 90, grazie anche a nuovi investitori locali, nazionali ed internazionali, è aumentato notevolmente l’interesse per i vini autoctoni dell'Etna, ormai considerati a tutti gli effetti un’eccellenza internazionale.